martedì 21 luglio 2015

Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Claudia Firino (22 Luglio 2015, Radio X)

Mercoledì 22 Luglio 2015: alle 20:00 va in onda la penultima puntata. Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Claudia Firino, assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. FM 96.8 MHZ da Cagliari
streaming e podcast: www.radiox.it

lunedì 8 giugno 2015

La nostra intervista a Gigi e Francesca #oltrelebarriere


Gigi ha trent’anni, ama la musica, l’Inter e la buona cucina, in questa puntata, affiancato dalla sorella Francesca, ci parla dei suoi interessi, della sua grande famiglia e di come la sindrome di Down non rappresenti una barriera alla sua felicità. Radio X podcast

lunedì 27 aprile 2015

Mercoledì 6 maggio 2015 ritorna #OLTRELEBARRIERE

Mercoledì 6 Maggio 2015 ritorna #OLTRELEBARRIERE, storie ordinarie per chi le vive, straordinarie per chi le ascolta. Con Andrea Ferrero e Andrea Mameli un nuovo ciclo di interviste per raccontare la disabilità lontano dai luoghi comuni e vicino alle persone.

In onda su Radio X ogni Mercoledì alle 20:00 e in replica il Giovedì alle 15:00
PODCAST
Andrea Mameli e Andrea Ferrero. Oltre le barriere, Radio X
Andrea Mameli e Andrea Ferrero, Oltre le barriere, Radio X

martedì 18 novembre 2014

Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Vito Biolchini [versione testuale] Radio X, 16 Giugno 2014

Radio X, 16 Giugno 2014, Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Vito Biolchini 
Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.



ANDREA MAMELI: “Benvenuti a “Oltre le barriere”, il programma di Radio X che racconta storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le ascolta! Oggi, siamo andati a sentire qualcuno che aiuta a superare le barriere attraverso la radio. Chi siamo andati a sentire, Andrea?”
ANDREA FERRERO: “..mmh, qui, giochiamo in casa! Abbiamo sentito Vito Biolchini?”
A.M.: “Vito Biolchini, giornalista da tanti anni. E soprattutto, giornalista radiofonico, sa e ragiona sul come può essere utile la radio per chi non riesce ad immaginarsi un mondo visivo e non può immaginarlo perché non lo vede.”
A.F. “Bhe, perché comunque la radio impone a chi s.. a chi racconta la realtà, di pensare che gli altri non vedano e, quindi deve descrivere la realtà!”
A.M.: “Ottimo! Andiamo colla prima domanda!”
A.F.: “Ok!”
(breve stacco musicale)
A.F.: “Ciao Vito! Volevo chiederti questa cosa: come si descrive la realtà attraverso la.. la radio?”
VITO BIOLCHINI: (voce pacata, serena e sicura) “Mah, io penso che lo strumento più importante sia quello delle emozioni! La mia.. convinzione è che in radio si possono dire meno bugie che in televisione o sui giornali.. perché non avendo molti codici da decifrare.. sai, in un giornale, una notizia la trovi in una determinata posizione, con un determinato titolo, ogni notizia dialoga con le altre notizie! E in televisione, ci sono tanti elementi da valutare. Invece, in radio, ce ne sono sempre tanti, ma c’è, soprattutto, la voce di chi parla e quindi.. quello è un fattore di autenticità, di verità! ..e.. ed è facile capire se alla radio qualcuno.. non dico, dice bugie.. se è autentico oppure no! La radio è lo strumento dell’autenticità! E le persone, dalla voce, riconoscono se una persona è vera oppure se ipocrita, falsa,.. se è ambigua!”
A.F.: “..è un po’ come per i disabili visivi, insomma! Che si relazionano sempre con le persone, con la realtà solo dalla voce, solo dalle sensazioni?..”
V.B.: “Si, per noi che facciamo radio questo è fondamentale! È l’unico strumento che abbiamo per rendere.. ciò che diciamo veritiero.. poi, chiaramente, le nostre opinioni possono essere opinabili, insomma.. si può essere d’accordo o meno con quello che diciamo. Però, io penso che dalla voce ci si renda conto se.. chi sta parlando ci sta prendendo in giro oppure no.. alla radio, più che alla televisione, nei giornali o su internet!”
A.F.: “ (con voce lenta, sta riflettendo mentre parla)..e quindi, se la radio è come una sorta di macchina della verità, tu, poi, ti trovi anche a.. a dover.. immaginare dei.. degli scenari da descrivere che a volte si discostano anche dalla realtà, perché c’è bisogno anche di fantasia, di trasferire la fantasia, anche per alimentare le emozioni?..”
V.B.: “Si! Anche se devo essere sincero: ormai, faccio radio da.. vent’anni quasi, quindi.. dovrei tornare ai primi tempi e capire quali difficoltà trovavo per.. raccontare alla radio ciò che fino ad allora avevo raccontato con le parole. Chiaramente, ci sono situazioni delle quali è importante creare un contesto e creare immagini. In questo, probabilmente, io sono stato aiutato più da una esperienza.. dall’esperienza teatrale che ho avuto per tanti anni e, avendo lavorato in teatro e avendo scritto per il teatro e.. quindi, soprattutto, avendo soprattutto compreso l’importanza del ritmo alla radio.. (piccola pausa, mentre sta raccogliendo i ricordi che riaffiorano e acquista sempre più velocità e sicurezza) meno per quanto mi riguarda delle immagini, anche se poi mi rendo conto che le uso spesso, le immagini, le metafore, ma.. ragioniamo e sempre comunichiamo per metafore. Però, il tono della voce, il ritmo.. quello, secondo me, è un altro elemento che caratterizza molto e aiuta molto la comunicazione in radio.. e su quello l’esperienza teatrale mi ha.. mi ha formato, mi ha aiutato!”
A.M.: “Come per il teatro, si può dire che a volte descrive la realtà, anche se attraverso la finzione scenica, quasi meglio della cronaca, in qualche modo?”
V.B.: “Si, ci sono dei momenti in cui l’invenzione, il paradosso, la metafora.. funzionano meglio… funzionano meglio, spiegano.. spiegano più cose, spiegano con maggior immediatezza.. chiaramente bisogna stabilire un codice condiviso con gli ascoltatori.. se penso a “Buon giorno Cagliari” chiaramente siamo in un contesto condiviso, in cui la gente sa che ciò che noi diciamo può voler dire quello e il suo contrario.. (risata) e non è semplice! È più facile capirlo ascoltando la trasmissione che non spiegarlo! Però effettivamente, è così! Noi portiamo gli ascoltatori.. come a dire, “a spasso” tra i territori della… in più contesti! E giochiamo con loro e.. giochiamo con loro….e questo in radio è sempre molto bello!”
(parte della musica di intervallo che dura qualche minuto e poi riprende l’intervista)
A.F.: “Secondo te, la radio è lo strumento migliore per descrivere la disabilità?


V.B.: “Non saprei questo, perché anche la radio…scusate (si corregge), anche la televisione ha delle potenzialità enormi che forse ancora non sono state del tutto sperimentate o messe al servizio della comunicazione sociale. Io da due anni faccio una trasmissione che si occupa di volontariato, di solidarietà.. e anche di disabilità. E mi son trovato a dover parlare di temi che non conoscevo… e se penso un po’ a cosa.. a come mi sono rapportato a.. a questi.. a questi temi.. io penso di essere… penso che tutti noi, oggi, siamo.. un po’ disabili! Sia perché il concetto di disabilità è cambiato.. è venuto allo scoperto ed è condiviso. La disabilità non è più qualcosa che va nascosta, così .. così come avveniva tanti anni fa. Quando io ero… ero ragazzino.. insomma, di disabili se ne vedevano pochi, perché non li facevano uscire di casa! Questa è la verità! E poi, perché, anche noi,.. nel corso della vita, ci scopriamo… scopriamo delle.. dei nostri lati.. di fragilità emotiva, oppure, sopraggiungono malattie, patologie.. io ho scoperto sei mesi fa di avere la celiachia, ad esempio ! certo, non è una cosa gravissima, bisogna organizzarsi.. però certamente questo mi ha aiutato a mettermi nei panni degli altri.. oppure, anche altre situazioni.. più personali, ma molto comuni, quando, per esempio, ci si separa, finisce un matrimonio.. si entra in una dimensione che anche quella, per certi aspetti, può essere definita di “disabilità”,.. perché un cambiamento traumatico, con i quali bisogna fare i conti, le relazioni sociali cambiano .. cambiano tanti rapporti… quindi, secondo me ci sono molti più disabili in giro che non, che non si pensi.. disabili emotivi, tantissimi… e quindi, forse partendo da questo... da questo approccio ci si può avvicinare ad un tipo di disabilità più dichiarata, più manifesta, ma che non è nella sostanza molto diversa da quella che poi tutti noi siamo chiamati ad affrontare nel corso della vita, insomma… perché poi la vita cambia.. cambia le nostre esistenze, succedono tante cose e anche noi, poi, ripeto ci troviamo ad avere a che fare con situazioni che non avevamo preventivato e quindi, questo secondo me, a partire dalla propria esperienza può essere sempre un modo per capire gli altri!”
A.M.: “Io aggiungo che può essere molto importante,.. lo è stato per me, nella mia esperienza personale, ascoltare i racconti di chi ha affrontato delle difficoltà, tutti noi affrontiamo delle difficoltà, c’è chi affronta delle difficoltà particolarmente importanti in quei casi si scoprono delle cose, si manifestano anche dei comportamenti che non ci aspettiamo… quindi, comunicare, raccontare anche attraverso la radio potrebbe essere importante da questo punto di vista.”
V.B.: “ Si, perché trasmette esperienza, trasmette emozioni e.. è sempre sai, condividere alcune situazioni con altri, sapere che anche qualcun altro ha vissuto la nostra esperienza, un esperienza simile alla nostra.. sai, poi quando hai a che fare con dei disabili che veramente hanno affrontato prove della vita importante, allora questo.. già ridimensiona tutto, rimette in ordine una, una scala di valori, una gerarchia nostra personale.. allora, il confronto è sempre utile e anche per, per capire, capire dove siamo e con chi, con chi ci relazioniamo e quali devono essere i giusti, i giusti rapporti. Il.. per questo che chi ha la disabilità, la disabilità deve essere evidente nella nostra società a differenza di quanto avveniva prima che invece era nascosta.. più è evidente, più i disabili sono una risorsa per noi!”
MUSICA CONCLUSIVA (si conclude con la musica allegra dell’apertura)
(voce digitale che saluta e invita a contribuire liberamente con suggerimenti e proposte scrivendo al sito della trasmissione)
Questa puntata si chiude qui.
Oltre le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio.



sabato 25 ottobre 2014

Intervista a Nicola Grandesso [versione testuale]. Oltre le barriere, terza puntata: 23 Luglio 2014

OLTRE LE BARRIERE sesta puntata, andata in onda il 23 Luglio 2014 Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Nicola Grandesso
Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.

ANDREA FERRERO.: “Benvenuti ad una nuova puntata di “Oltre le barriere”, storie ordinarie per chi le vive e storie straordinarie, invece, per chi le ascolta. Andrea, oggi, chi abbiamo ascoltato, chi abbiamo sentito?” ANDREA MAMELI.: “Ciao! Oggi, siamo andati a sentire Nicola Grandesso!”
A.F.: “Ah! Membro della Consulta regio-cittadina sulla disabilità?”
A.M.: “Sì, a Cagliari, in un ruolo importante per andare ad osservare come funzionano, o meglio,come si potrebbero abbattere le barriere architettoniche.”
A.F.: “Ok, dai! Sentiamo l’intervista!”
A.M.: “Siamo con Nicola Grandesso dell’Associazione Sarda Paraplegici!”
A.F.: “Allora, io volevo chiederti, Nicola, Cagliari, secondo te è una città accessibile o ci sono ancora troppe, troppe barriere?”
NICOLA GRANDESSO: (tono di voce sereno e positivo) “Bella domanda! Cagliari è una città che.. vuole diventare una città accessibile! Ancora, non lo è.. non lo è del tutto, ma ci sono dei buoni segnali! I buoni segnali sono dati, solamente guardandoci intorno, da il Parco dei mezzi pubblici, che, adesso, è quasi completamente terminato nella sostituzione con le pedane… con le pedane per poter salire sui.. sui mezzi e con i lavori che sono partiti, finalmente, a San Benedetto, che stanno abbattendo quelle barriere che.. prima, insomma, si trovavano in città!”
A.M.: “Parlare, oggi, nel 2014, di barriere di abbattimento e di, sostanzialmente, di strutture architettoniche, che impediscono la libera circolazione, è un livello minimo di civiltà: c’è forse qualche concetto che possiamo presentare come nuovo e come ambizioso?”
N.G.: “Questa è un’ottima domanda! Infatti, il punto di vista che bisogna prendere è questo: che tutti gli interventi che vengono fatti non sono ad uso e beneficio esclusivamente delle persone disabili, ma una città che è accessibile è una città che è fruibile da tutti quanti! Che siano.. che siano genitori col passeggino, che siano delle persone che hanno delle disabilità, anche temporanee oppure, semplicemente, degli anziani, che non hanno le stesse.. la stessa agilità, insomma delle persone.. in età di lavoro, diciamo così! (sorridendo)”
A.F.: “Per quanto riguarda invece le persone, la sensibilità delle persone, cosa ci puoi dire?”
N.G.: “Questo è un discorso ancora diverso, perché è evidente che mettere gli scivoli in corrispondenza degli attraversamenti pedonali non risolve il problema quando, davanti alle strisce, troviamo delle macchine parcheggiate! Oppure, basti pensare ai problemi che si incontrano quando nelle riunioni di condominio bisogna far presente delle difficoltà temporanee o meno per poter abbattere delle.. delle barriere architettoniche che magari sono presenti nei nostri immobili!”
A.M.: “Forse si potrebbe parlare di una nuova “Educazione Civica” anche nella.. nell’apertura mentale, nel superamento della barriera mentale nel capire che ci sono delle esigenze che vanno oltre la cosiddetta “normalità”. Su questo, cosa si potrebbe fare per educare, per aiutare a capire anche chi non provandole le situazioni, non riesce a capirle, ad avvicinarsi.. alla realtà?”
N.G.: “Ci sono diversi livelli d’intervento che possono essere fatti a diversi... livelli di.. responsabilità e di età. Innanzitutto, c’è il concetto di “Progettazione Universale”, che è un po’ quello che stavo dicendo prima, che riguarda e.. le amministrazioni, ma anche i progettisti, gli architetti, gli ingegneri, ovvero tutte le persone che hanno la responsabilità della progettazione degli spazi comuni, ma anche del.. della costruzione del nuovo e che devono pensare a dei posti, a dei luoghi e delle città, che possano essere fruibili da tutti, da tutti quelli che sono residenti e quelli che invece non sono residenti, ma che si trovano a passare o a vivere in… nei luoghi. E in più, c’è anche tutto un intervento che dovrà essere fatto a livello di.. di educazione! Quindi, non solo nelle Università, e ritorna il discorso di prima, ma anche nei gradi precedenti.. sin dalle elementari! Quindi, portare degli esempi positivi ai bambini delle elementari e alle superiori per far vivere almeno per un giorno, le difficoltà che incontrano delle persone con disabilità, ripeto, temporanee o no.. fa crescere diversamente i cittadini! E quindi, si renderanno conto che una città vivibile per tutti è una città migliore per tutti!!”
A.M.: “Quindi, un obiettivo potrebbe essere un Cagliari.. una Cagliari capitale europea della cultura, ma anche una capitale accessibile, in tutti i sensi della cultura?”
N.G.: “Le due cose direi che coincidono! Perché la cultura della... come dire.. ehm..” A.F.: “..dell’accoglienza?”
N.G.: “..dell’accoglienza, la cultura dell’accoglienza! Ma la cultura del fatto che tutte le persone hanno gli stessi diritti e tutte le persone devono poter fruire allo stesso modo di tutti luoghi è un… come dire.. un investimento della cultura ed è un.. un segno che la città è pronta per poter essere capitale della cultura!”
A.M.: “Magari senza aspettare il 2019?!”
N.G.: “(sorridendo) Assolutamente da fare prima! Il più presto possibile! Ma ci stiamo lavorando!”
A.F.: “Tu hai.. sai se il Comune ha in mente qualche progetto per rendere Cagliari ancora più accessibile?”
N.G.: “Come dicevo prima, il Comune di Cagliari si è dimostrato molto ricettivo per quanto riguarda la visione della… della “Progettazione Universale”. È partito.. sono, in questo momento, in… in opera i lavori per il rifacimento secondo le indicazioni fornite dalla Consulta Cittadina dei Disabili per l’abbattimento delle barriere architettoniche, quindi di tutti gli impedimenti per disabili cognitivi e per… disabili fisici e sensoriali,.. che sono state segnalate, nel quartiere di San Benedetto! Creando un circuito di oltre quattro chilometri che sia perfettamente accessibile da chiunque. E questo è un.. come dire.. un buon segno e una vittoria, insomma, di un nuovo approccio che abbiamo.. che abbiamo inaugurato insieme. Nuovo approccio che consiste nella.. coinvolgimento degli uffici insieme colle persone che sono in prima persona interessate a questo genere di lavori. Quindi, con la.. il coinvolgimento della Consulta Cittadina delle Associazioni Disabili che è stata chiamata sia a verificare lo stato del luogo, poi a.. è stata coinvolta anche in fase di progettazione e attualmente in fase di realizzazione dei lavori. Presto verremo chiamati anche a collaudare quelli che sono stati i lavori eseguiti che dovranno corrispondere a quelle che sono state le nostre segnalazioni.”
A.F.: “Quindi, diciamo che dobbiamo essere fiduciosi per il futuro per l’abbattimento sia delle barriere fisiche e anche di quelle mentali, diciamo?”
N.G.: “Noi dovremo continuare ad essere vigili, soprattutto, perché nulla è dato per scontato! Un seme è stato piantato, ma bisogna innaffiare la pianta, affinché cresca l’albero! Quindi, le premesse, per ora sono buone, devo darne atto a tutti gli attori in gioco, però… come Associazione Sarda Paraplegici e come Consulta Cittadina rimarremo sempre attivi presso tutti gli interlocutori istituzionali, con cui abbiamo a che fare perché questo… questa pianta continui a crescere!”
A.M.: “Grazie a Nicola Grandesso! Da Andrea Mameli...“
A.F.: “...e Andrea Ferrero!”

Questa puntata si chiude qui. “Oltre le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio. Per suggerimenti e proposte scriveteci a oltrelebarriere@radiox.it. I podcast li trovate nel sito www.radiox.it.

Andrea Mameli intervista Andrea Ferrero solo testo. Oltre le barriere, prima puntata: 18 Giugno 2014

OLTRE LE BARRIERE prima puntata, andata in onda il 18 Giugno 2014 Andrea Mameli intervista Andrea Ferrero
Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.

ANDREA FERRERO: “Benvenuti alla prima puntata di “Oltre le barriere”: il programma che racconta storie ordinarie per chi le vive e storie straordinarie per chi le scolta.
Io sono Andrea Ferrero e qui con me il mio compagno di avventura è Andrea Mameli. Ciao Andrea!”
ANDREA MAMELI: “Ciao! Ciao! Iniziamo con l’intervistarci tra noi, perché siamo andati a sentire diverse persone che vivono le barriere come ostacolo che va superato e vivono queste sfide e persone che aiutano altri a superarle, come istruttori di nuoto e altre persone che sono coinvolte in questo genere di sfida. E partirei proprio da te, Andrea e ti chiederei, visto che ti ho ascoltato spesso in pubblico raccontarti, raccontare la tua esperienza e la tua vita, perché lo fai? Qual è la motivazione che ti spinge a raccontare le tue barriere e il tuo superare le barriere e anche le cose che ti danno più fastidio?”
A.F.: (con tono sicuro, deciso, anche scherzoso, ma convinto e fermo) “Allora, questa è una domanda che mi fanno spesso, diciamo, “perché lo fai?” tipo Masini, diciamo (scherza e ride)… e io credo che sia importante la testimonianza! Cioè, sia importante descrivere e raccontare la disabilità, non come un limite invalicabile, ma come un qualcosa che può essere superato...”
A.M.: “..come nello sport, che se ci si cimenta spesso a superare delle barriere che sono sempre più alte e ci si impone dei limiti e delle sfide personali...”
A.F.: “Bhé, certo.. la disabilità, un po’ ti impone di... io amo dire che la disabilità non è che mi ha costretto a… cioè, che mi ha cambiato la vita, ma mi ha costretto a ripensarla e quindi, ti trovi ogni giorno con nuove sfide…ma credo che sia una cosa un po’ comune dell’uomo, non del disabile.. ecco.. che trovarsi di fronte a situazioni e trovare le alternative o le strategie per superarle...”
A.M.: “Fai qualche esempio?”
A.F.: (si avverte un leggero imbarazzo nel raccontarsi, nel tono della voce, che però si fa via via più sicuro) “..bhè..io, per esempio.. diciamo che faccio attività sportive in piscina, attività sportive in palestra e quindi… insomma, ho bisogno di una persona che mi aiuti e.. comunque,… però, voglio fare questa attività fisica, perché credo che sia importante… è importante anche il lavoro, che io, insomma, grazie a Dio, ho al CRS4 e anche lì, ad un certo punto, ho avuto bisogno di superare delle barriere, perché col computer o con... non riuscivo più a lavorare.. allora, ho dovuto fare dei corsi per “addestrarmi” ad usare il computer colla sintesi vocale e con l’antiphon informatica… e quindi, insomma, nella sfida sta, è insita nell’uomo... altrimenti, non farebbero neanche le olimpiadi, insomma!”
A.M.: “E cosa ha significato per te, in particolare questa sfida da superare? Avresti anche potuto smettere di lavorare e invece, hai chiesto e sei riuscito a continuare...”
A.F.: “(sta pensando, riflettendo..)..diciamo che.. cioè.. penso che sia anche carattere.. però, è importante sempre mettersi in gioco, sempre essere.. come dire, sul pezzo.. e quindi, io ho studiato, sono laureato in economia e commercio, ho iniziato a lavorare e.. così, era.. non dico brutto, però.. comunque, ritirarsi in buon ordine, stare a casa perché sei disabile e non puoi lavorare.. questo non mi sembrava neanche giusto!” A.M.: “E cos’è che ti dà più fastidio in ciò che incontri per la disabilità, che ti ha colpito?”
A.F.: “Bhè, innanzitutto, quando.. “il poverino”, ecco, quando ti dicono: “eh, poverino!”.. poverino.. no! io non sono poverino, cioè io non sono neanche un disabile.. sono una persona con la disabilità, ma anche con un bel… diciamo, con un mondo dentro.. cioè, sono “anche” (il tono è più marcato, per sottolinearlo) disabile… però, questo è importante, ecco, sottolinearlo.. perché altrimenti la testimonianza si trasforma, o comunque, la persona si trasforma in una “brutta cosa” che il pietismo… e io non ne ho bisogno, come tutti gli altri che hanno disabilità… non c’è bisogno di pietismo.. c’è soltanto bisogno di essere aiutati ed estratti per poter superare meglio le difficoltà che la disabilità, inevitabilmente, pone.”
A.M.: “Andrea, ma secondo te, queste nostre conversazioni sulle barriere, interesseranno a qualcuno?”
A.F.: ..“Bho, probabilmente.. forse a mia suocera,.. a mia moglie e di sicuro, ai miei famigliari,.. questi sono i miei fans…(sta ridendo!)”
A.M.: “Ssstss! C’erano i microfoni accesi!”
A.F.: “Oh Oh!(un po’ sorpreso, un po’ consapevole.. )”
A.M.: “Ehmmm!(si schiarisce la voce) Bentornati a “Oltre le barriere”, il programma che racconta storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le ascolta e anche per noi che le abbiamo poste, queste domande… ma adesso io ne pongo una ad Andrea Ferrero.. cosa ti ha insegnato perdere la vista?”
A.F.: “..eh, questa è una domanda da cento milioni di dollari! (inizia con tono scherzoso e poi si fa più riflessivo e sempre più sicuro).. cosa mi ha insegnato?.. sicuramente, a percepire il mondo attraverso gli altri sensi… quindi, a dare più importanza o comunque, a dare importanza anche ad altri, agli altri canali sensoriali per conoscere la realtà… poi, probabilmente, anche.. come dire, non vedere ti dà anche la possibilità di.. di percepire il cuore delle persone, cioè capire un pò se sono.. vere, se sono false, se sono bugie o.. niente, insomma.. quindi non… molti proverbi dicono “non è l’abito che fa il monaco”... insomma, sono legati molto alla vista!... e io invece penso che non… non vedendo, uno riesca anche a percepire altre cose che la vista “traditrice” un po’ ti fa…insomma, non ti fa vedere bene, ecco... io.. “
A.M.: “Secondo me, insegnano molto queste considerazioni,… almeno, a me hanno insegnato qualcosa e forse quel minimo di utile che potrebbe esserci in questa trasmissione, è proprio quello di raccontare queste osservazioni..”
A.F.: “Si, esatto! E paradossalmente, più perdo la vista, perché la mia è una malattia degenerativa progressiva e, ahimè, oggi incurabile… più perdo la vista, più penso di riuscire invece a vedere il mondo, a vedere gli altri, a vedere il “cuore” del prossimo… poi, certo.. fregature ne ho prese anch’io, nonostante questa cosa (ride)… però, sicuramente, la vista è un senso che è un po’ sopravalutato…ecco, diciamo… poi, oggi che viviamo in un ambiente dove siamo sommersi dalle immagini, il fatto di non vedere, penso che sia un punto di forza e non una debolezza!”
A.M. “Un elemento che aiuta è sicuramente l’utilizzo di tecnologie che ti possono agevolare e far superare delle difficoltà e rendere accessibile ciò che non lo è!”.
A.F.: “Bhè, sicuramente questo sì, però devi avere anche una persona che ti aiuta a comprenderle ed ad utilizzarle, perché molto spesso le cose sono accessibili, per esempio i siti internet sono accessibili, ma non sono usabili... e poi, oggi, va un sacco questa cosa che tutto è “touch”: allora, compri la caldaia e c’hai il touch anche nella caldaia.. e quindi, quando fai questo genere di acquisti di qualunque tipo, devi sempre fare la valutazione se quell’oggetto, se quell’elettrodomestico, quel telefonino o quel computer è accessibile oppure no e soprattutto se è usabile, oppure no...”
A.M.: “Prima ti ho chiesto cosa ti dà più fastidio, ora invece ti chiedo, cosa ti dà meno fastidio?… per esempio, tu mi hai insegnato che dirti “ci vediamo dopo” non ti crea nessun problema….”
A.F.: “Bhè sai, Andrea, il problema è molto semplice: allora, chi non sente, non gli devi dire “ci sentiamo”? a chi è su una sedia a ruote non gli devi dire.. per esempio “facciamo quattro passi”? a uno amputato delle gambe non gli puoi dire “bhe, sei un ragazzo in gamba!”?...a me, non potresti dire “ci vediamo”?.. bisogna anche superare queste cose… bisogna.. a me hanno criticato una volta perché ho detto “ho visto la partita del Cagliari!”… “eh, no! ma non lo puoi dire Andrea, perché tu sei disabile visivo e quindi non,.. no, non scriverlo su facebook, perché non si….meglio di no! Perché c’è gente cattiva che poi potrebbe chissà pensare che.. che cosa?”
A.M.: “che sei falso? Che non sei...”
A.F.: “..eh, si!... quindi, insomma, alla fine dobbiamo anche superare queste cose e.. cercare di… insomma perché poi, parliamo in italiano…ecco in italiano si dice “guardare la partita, fare quattro passi, ci sentiamo, ci vediamo…” e quindi,.. questo è importante, ecco...”
A.M.: “Quindi, superare anche delle barriere lessicali---?”
A.F.: “Soprattutto le barriere mentali! Perché, chiaramente, avendo a che fare con la disabilità, molto è paura e pregiudizio.. quindi, queste sono le prime barriere che, secondo me, devono essere superate!” A.M.: “Grazie Andrea Ferrero!”
A.F.: “Grazie a te, super Mameli! (ride e scherza).. però poi, Andrea, mi dovevi fare una domanda: “cosa mi faceva veramente incavolare?..
A.M: “..mmmh!(con tono divertito, scherzoso e consapevole che è un tasto importante per l’altro Andrea..).. cosa ti fa veramente arrabbiare?”
A.F.: “Incazzare? (tono provocatorio).. quando mi trattano da handicappato... quello, mi fa veramente molto, molto, molto incavolare! (anche il tono si fa più carico e fermo, si percepisce che sta parlando di qualcosa molto importante) Cioè quando percepisci negli altri che… cioè, dietro la domanda c’è curiosità morbosa oppure c’è proprio questo… sentire, farti sentire handicappato… ecco, questo mi dà veramente molto molto fastidio.. perché poi si percepisce… è inutile che la gente si mascheri col buonismo... però, alle volte si sente proprio questo “essere trattati da disabili”! E questo non va bene, perché noi siamo persone che comunque hanno dei problemi, però comunque, sempre e sempre persone!”
A.M.: “E poi, forse c’è qualcos’altro che invece vorresti... farti chiedere? (stanno scherzando tra loro!)” A.F.: (ridendo)“..bhe, no, vabbhè così…ci facciamo le domande?!.. no, volevo soltanto sapere questo.. cioè, perché siamo... diciamo.. abbiamo sentito delle persone che hanno delle disabilità e le vogliono superare… ecco, qual è il senso, secondo te, di questa trasmissione che si chiama “Oltre le barriere?”
A.M.: “Sicuramente il senso principale è raccontare delle esperienze, perché a volte manca anche la conoscenza di informazione di base.. e in più c’è anche la questione legata alle emozioni, che non sono mai da trascurare e da nascondere.. perché le emozioni portano anche la vicinanza ai ragionamenti e alla vicinanza alle altre persone..”
A.F.: “Se noi, poi, abbiamo comunque avuto delle testimonianze.. abbiamo trovato sempre delle persone comunque desiderose di raccontare, di raccontarsi e.. insomma, sempre contente di poter condividere con noi, e quindi con voi, le loro esperienze e le loro testimonianze.
Siamo contenti io e Andrea che.. insomma, che molti di voi potranno seguirci in questo viaggio per cercare di abbattere tutte le barriere che si frappongono tra noi e il mondo.”
A.M.: “E attendiamo anche consigli, suggerimenti e perché no, anche critiche! Da Andrea Mameli e..” A.F.: “Andrea Ferrero..”
A.M. e A.F. “grazie per averci ascoltato! Un caro saluto e alla prossima! Ciao ciao!”
Questa puntata si chiude qui.
“Oltre le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio.
Per suggerimenti e proposte scriveteci a oltrelebarriere@radiox.it. I podcast li trovate nel sito www.radiox.it.